mercoledì 25 giugno 2014

ITALIA: OUT OF ORDER

di Manuel Fantoni





Avevo già scritto un articolo il giorno dopo la diramazione dei 23 convocati per il mondiale, dove indicavo quelle che a mio parere erano stati gli errori di Prandelli. Non mi voglio ripetere perché sarei spocchioso, ma posso dire che da osservatore esterno, avevo intuito una serie di sviste fatali.  È chiaro prendersela solo con il C.T. non ha senso, ma molte sono le sue responsabilità, come molte altre sono dei giocatori in campo.

L’uscita ce la siamo guadagnata, non contro l’Uruguay ma, con la Costa Rica. Era una partita da non perdere. In quella contro la Celeste abbiamo tante recriminazioni, un rosso dubbio, un rosso certo non dato, ma alla fine forse avremmo perso lo stesso o comunque saremmo andati poco lontano, perché mai ho visto una Nazionale Italiana fare così fatica ad arrivare in area di rigore avversaria come quella odierna.

L’attenuante di Prandelli è che, comunque il calcio italiano offre questo al momento, Giuseppe Rossi non è la soluzione di tutti i mali, la difesa, dove un tempo eravamo i migliori al mondo, è imbarazzante, nel nostro campionato i migliori sono stranieri. Per chiarezza dobbiamo dire, che tutte le varie generazioni non sono uguali, ci sono stati Mondiali dove potevamo permetterci il lusso di lasciare in panchina Zola, oggi invece se avessimo Gianfranco Zola forse non parleremmo della seconda uscita consecutiva ai gironi. Eppure nella stessa gestione Prandelli ci sono stati momenti migliori, come l’Europeo, dove a parte la batosta finale, abbiamo messo all’angolo, oltre la solita Inghilterra, anche la Germania, nella stessa Confederations Cup, proprio in Brasile, non abbiamo mal figurato, ed era solo un anno fa, con all’incirca gli stessi giocatori.


Per rompere la solita monotonia dei “io avrei fatto questo” o “se fossi io l’allenatore allora…”, rivolgo 10 domande a Prandelli, che possono fare da riflessione in questa triste disfatta:

  1. Perché Prandelli ha completamente cambiato l’impostazione tattica dell’Italia alla vigilia del mondiale, dove nonostante tutto si arrivava da finalisti dell’Europeo e da un terzo posto nella Confederations cup?
  2. Prandelli ha sempre detto che la nazionale deve essere conquistata con il merito, perché allora dall’applicazione del codice etico fino alle prestazioni in campo, ad alcuni è stato perdonato tutto e ad altri no?
  3. A casa Destro e Rossi, dentro Insigne e Cerci, la motivazione è di natura tattica: meglio due esterni per poter fare un 4-3-3 o 4-2-3-1 che due attaccanti. È una scelta che ci può stare, ma perché poi al Mondiale sono stati usati una manciata di minuti? Perché Prandelli all’ultimo ha cambiato idea?
  4. De Rossi, Pirlo, Verratti, Thiago Motta, sono tutti centrocampisti con doti di registi, tutti schierati insieme, d’accordo il possesso palla è fondamentale, ma affiancare un incontrista?
  5. L’anno 2014 sarà ricordato come anno funesto per il tiki-taka, perché abbiamo rinunciato a difesa e contropiede, da sempre nel nostro DNA calcistico, per impostare una improduttiva parodia del tiki-italia con risvolti disastrosi?
  6. Il “finto” trequartista è un’invenzione di Prandelli che ha prodotto buoni risultati, sostanzialmente prevede di far giocare più avanzato un regista che di solita gioca più indietro, facendogli fare un importante raccordo tra il centrocampo e l’attacco. Perché si è rinunciato sia al “finto” che vero trequartista?
  7. Cassano era stato messo alla porta dopo l’Europeo, poi richiamato per il Mondiale, dopo aver lavorato con un insolito impegno in ritiro, dopo non aver giocato la prima partita, oltre ad aver spaccato un bicchiere per la rabbia, è ritornato il solito Cassano svogliato, indisciplinato. Meritava davvero un posto in nazionale?
  8. Mario Balotelli è stato sempre difeso dal C.T., contro l’inghilterra ha sonnecchiato poi ha segnato, con la Costa Rica con il corpo era in campo ma con la testa chissà dov’era, contro l’Uruguay era nervoso, impreciso, e come spesso accade insolente. A fine partita la squadra è stata 2 ore nello spogliatoio, si dice ci sia stato un confronto e che Pirlo abbia fatto un discorso di addio alla nazionale, c’erano tutti, tranne Balotelli che era solo sul pullman ad aspettare. Il Balotelli di questi giorni è lo stesso di quello visto al Milan, descrivibile in una parola: insopportabile. Ad oggi quando si parla di lui, si usa il futuro, “diventerà”, “farà”, è così ormai da 4 anni, quanto dovremo attendere per poter usare il presente? Sicuri che uno così meriti non solo il posto di inamovibile ma anche la convocazione?
  9. Prandelli ha sempre ribadito che voleva creare un gruppo di giocatori unito e coeso. La scelta è giusta, poi però nel post-partita con la Costa Rica ha scaricato il “barile” sui subentranti a partita in corso che hanno deluso, quando non ci voleva il mago Herrera per capire, che la cattiva prestazione è stata di tutta la squadra, titolari compresi. Nel post-partita De Rossi e Buffon hanno attaccato i giovani e difeso i senatori, Balotelli è sembrato solo e incompreso. È questo il gruppo unito e coeso di Prandelli? Come si può “fare gruppo” se il codice etico viene applicato con intermittenza, se quando si perde, giocando male, la colpa è di alcuni e di altri no, e se alcuni giocatori hanno più seconde possibilità di altri?
  10. Le convocazioni sono sempre un must. Quando non si vince i migliori sono sempre quelli rimasti a casa. Però qualche dubbio rimane. Per esempio, Paletta è davvero così meglio di Astori? Florenzi, giocatore duttile, gioca a centrocampo e in attacco, gioca in mezzo e sulla fascia, corre si sacrifica e sa segnare, davvero meritava di starsene a casa? Infine c’è Giuseppe Rossi, di cui ho già ampiamente parlato, rimanendo solo sul piano tattico, è un giocatore di grande talento che può giocare da punta, seconda punta e anche come trequartista, in più anche se non al 100% avrebbe dato tutto perché è un professionista serio e certe passeggiate in campo non le avremmo viste. Per lui non c’era proprio posto? 


Dopotutto meglio così, forse è preferibile una fine sofferente come questa, che una sofferenza senza fine come sarebbe successo nel caso fossimo passati ai quarti.

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