sabato 18 maggio 2019

CAPITERAN FUTURO?




Daniele De Rossi non sarà più un calciatore della Roma. Avete tutti letto i giornali, i social e pure sentito l'audio di whatsapp di Daniele che gira su Youtube.
La tecnologia ha stravolto la nostra vita, e questa notizia ha stravolto chi ama il Calcio in maniera totalmente improvvisa e trasversale.
Milanisti, Juventini, Interisti, Napoletani, Albinoleffesi (per dire), e Romanisti sono rimasti arrabbiati, amareggiati, delusi e forse ora disillusi.
Sarebbe facile e banale scrivere una articolo per dire che "le Bandiere nel Calcio non esistono più", "il Calcio è cambiato e sono cambiati i calciatori", "Eh ma Maldini, Zanetti..." eccetera eccetera.
Sarebbe facile e banale, ma anche giusto. Ma non lo farò.
Parliamo piuttosto del 1° e forse unico caso nella storia di Calcio di "Leader nel Leader", ovverosia di bandiera (lettera minuscola) della squadra, cioè Daniele De Rossi, che a sua volta è ed è stato sotto la Bandiera (lettera maiuscola) della squadra: Francesco Totti.
Nel calcio europeo i soprannomi (ahinoi) non sono d'uso comune, a differenza di quello sudamericano, e quando si danno, la fantasia ecco non è che sia la cosa che abbondi maggiormente...spesso. 
In Italia si può sentire dire "CR7 con una bordata d'esterno!" quando in Sudamerica il titanico Victor Hugo Morales urlava "El Diez Maradona! De qué planeta viniste, barrilete cosmico!" 

"L'aquilone cosmico". Ciao.


Se vi volete davvero bene, mettete l'audio al massimo volume.

Ma torniamo in Europa, al centro del nostro Mondo, nella nostra Caput Mundi.
A volte dicevo, anche noi europei però coi soprannomi non siamo cosi male.
Esiste forse un soprannome più struggente, poetico e vero di "Capitan Futuro"?
Un moto a luogo nel soprannome che è al tempo stesso una promessa e una condanna, una fotografia instantanea e al contempo perenne, di un giocatore, calciatore e uomo che ama a tal punto Roma e la Roma da mettere da parte un Ego che non ha mai avuto e un talento che ha sempre avuto ma non esibito con vanità, per diventare bandiera in una squadra dove il suo amico e idolo Totti era già.
Poteva andare ovunque, poteva guadagnare di più, poteva vincere altrove, poteva diventare l'unica bandiera da un'altra parte. E invece no.
Essere Bandiere al mondo d'oggi non è difficile, semplicemente non esistono calciatori abbastanza coraggiosi da esserlo (l'ultima forse è Messi, al quale ci inchiniamo ancora una volta ossequiosamente).
Non esisteranno più bandiere come Zanetti all'inter, Del Piero alla Juve, e Maldini al milan etc...
Non esisteranno più giocatori che preferiscono avere una moralità e integrità sportiva da sbobinare e raccontare ai loro nipoti, piuttosto che scorrere sull'iPad la lista su wikipedia dei trofei vinti nella squadra "x" o "y".
Non esisteranno più giocatori così nelle grandissime squadre della nostra penisola e del nostro calcio mondiale. 
Pensate nella Roma: l'unica squadra al mondo che come motto ha "La Roma non si discute, si ama".
La più piccola delle Grandi, o la più grande delle piccole, storicamente e economicamente parlando, nel calcio giocato.
Perché essere Capitani di un vascello che va verso l'Eldorado (Zanetti del triplete, Maldini del "milan delle leggende", Del Piero dell'ultima Champions della Juve), non è facile, ma è comunque Epico: sei in un contesto vincente, con campioni quasi al tuo pari, se non meglio a volte, al tuo fianco, tutto è oliato e gira secondo gli schemi meccanicamente perfetti del mister, finisci sui libri di storia, le figurine panini, la pubblicità Nike della gabbia, etc.



Essere capitani invece di un vascello come quello delle acque del Tevere non è Epico, è semplicemente romantico.
Stupendamente e tristemente romantico.
L'ultimo scudetto della Roma risale al primo anno di Daniele De Rossi in prima squadra.
Come fai a non amare la poesia di questo sport?
«Ho un solo rimpianto, quello di poter donare alla Roma una sola carriera.» Ha detto una volta Daniele.
Ecco, vedere un calciatore dalla fede e dallo spirito cosi  Latino nella capitale Latina per eccellenza, ma anche latino come sudamericano (non a caso Burdisso ha dichiarato appena saputo la notizia «Daniele, ti aspettiamo al Boca!» ) che invece volerà probabilmente verso l'America ma quella del Nord, non fa che stare male tutti noi.
E come gli italiani emigrati dell'inizio 900 lui se ne andrà su quella nave e non più su quel vascello, lasciando a casa l'amore, la Roma e il cuore, cercando futuro nell'unico luogo che forse ora glielo lascia permettere.
DD16
Daniele De Rossi
Daniele De Roma
Daniele De 'a Roma
Daniè
Daniè..caricaci ancora sulle spalle...dove il Tempo non esiste!
nella speranza vana che persone come te riCAPITERAN in FUTURO!













Capo Redattore di Sport Globetrotter. 
Ossessivo, pragmatico e compulsivo ma nella Vita preferisco improvvisare. Preferisco conoscere i pazzi: hanno storie più interessanti.
Simone Carpi





Nessun commento:

Posta un commento